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Buio e silenzio, solo buio e silenzio. Le ferite furono inferte con una tale potenza e rapidità che il dolore durò un semplice frazione di secondo.
Com'era dolce naufragar in quel mare di quiete e di nulla, poi arrivò la voce.
Non una voce vera e consistente, ma una voce soave e trascendente, una voce divina.
"Per una volta ancora, fiore mio, fiore del mondo. Per una volta ancora..."
Il silenzio rotto da quella voce non tornò, sostituito da un rapido fruscio, un suono dolce e familiare che rinfranca la mente,
Prima il fruscio e poi un dolce dolore... Dolore per chi non poteva sentire più nulla, quasi un ritorno alla speranza. Poi il rumore e un forte intorpidimento, le vene e le arterie lacerate che tornano a gonfiarsi e a pulsare ritmatamente con il battito di un cuore.
Le braccia e le gambe, staccate fino a poco prima, venivano ricucite. Ciò che era morto ritornava alla vita, coperto da foglie e rovi.
Lievi e tremanti movimenti scostarono quell'insolita vegetazione.
Visione bizzarra e incredibile, il corpo insanguinato di un ragazzo si sollevò in un giardino di rovi nel mezzo del deserto australiano.
La coppia di turisti che assistette alla scena era totalmente incredula, e passarono un paio di minuti prima che corressero in soccorso di quel ragazzo biondo e dalla pelle chiara. Lo coprirono per evitare che il sole bruciasse la pelle di quel corpo definito, poi lo accompagnarono nell'ospedale più vicino,
Il ragazzo risultò fisicamente integro, purtroppo però, privo di memoria.
L'unico segno di riconoscimento presente era un tatuaggio impresso sul petto, proprio sopra il cuore.
Un timone contornato da una scritta: "Audentes Fortuna Iuvat"
Narrato, Pensato, Parlato, Parlato altrui.
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