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    Ore 4:08 Oceano Artico Impero sottomarino di Atlantide


    Stava terminando di cambiarsi, tornare a jeans consunti e maglietta marrone con sopra una camicia aperta con motivi geometrici rosso pallido. Non le piaceva la classica divisa ufficiale di Atlantide: troppo vecchia, troppo appartenente a tempi andati, per fortuna molti capitani progressisti permettevano l'impiego di tute mimetiche di stampo più moderno e sicuramente più comode per agire.
    Ma queste ronde dei centri abitati erano perlopiù un atto politico per rassicurare i cittadini dopo la guerra da poco conclusa e doveva ringraziare Poseidone che non imponessero l'alta uniforme da parata.

    Qualcuno di voi grissini vuole venire alla Medusa Danzante a farsi due bicchieri?

    No Peyton, scusa ma ho la prossima ronda alle sedici e sono a pezzi per il censimento che mi sono dovuto sorbire stamattina.

    Mammoletta

    La donna tirò l'asciugamano addosso al compagno d'armi.

    Io ci sto. Quando fai il prossimo turno Voltinia?

    Il soldato che le rispose stava recuperando i vestiti dall'armadietto dello spogliatoio

    Otto e zero zero, dolcezza

    Cercò nelle tasche dei pantaloni tirando fuori un pacchetto accartocciato di sigarette continuando a tastare i vestiti in cerca dell'accendino.

    COSA? Ma tu sei matta!

    Non lo sai che la nostra “soldatessa d'acciaio” si è proposta per partecipare alle missioni di noi poveri soldatini semplici, eppure lei è una sacra guerriera...

    L'uomo si mise in una caricaturiale posa da combattimento da cavalieri scuotendo le mani a mezz'aria risultando quasi un balletto che una posizione da combattimento, il che suscitò varie risatine da parte dei soldati presenti.
    Peyton alzò gli occhi al cielo e, finalmente trovato l'accendino, uscì fuori dallo spogliatoio mostrando il dito medio ai suoi compagni di pattuglia.

    Si incamminò da sola senza attendere gli altri, se avessero voluto raggiungerla sapevano benissimo dove trovarla.
    Il tragitto dalla caserma alla locanda era breve, non così tanto da causare fastidio agli spazi militari, ma abbastanza da permettere a qualunque soldato avesse anche solo un'ora libera di andare a rilassarsi.
    Le strade erano deserte, sicuramente per l'orario ma anche per quanto accaduto. Dopo aver subito un'invasione in casa propria la popolazione voleva solo tranquillità.
    La strada lastricata in pietra che stava percorrendo portava cicatrici dello scontro e macchie non ancora svanite di sangue e angoscia.

    La Medusa Danzante aveva clientela nonostante l'orario e il periodo, la donna riconobbe la maggior parte dei volti: erano tutti militari. Molti soldati infatti avevano bisogno di superare gli orrori da poco trascorsi per cercare di continuare ad adempiere ai loro compiti, cercavano rifugio in questa locanda dalle fattezze antiche aiutati da coraggio liquido. Una melodia chissà quanto datata di sottofondo e un brusio contenuto e sciatto dai tavoli non rendevano il luogo per nulla allegro.

    Torhion ...

    Un cenno con la testa di saluto ad alcuni compagni di squadra presenti in sala mentre si rivolgeva al barista notturno e si sedeva a un tavolinetto circolare vuoto.

    Ti dispiace se fumo?

    La sigaretta già in bocca e l'accendino pronto in mano

    Si Peyton, ma tanto lo farai lo stesso quindi … fai come ti pare testa di legno!

    Lei gli rispose con un sorriso divertito per il loro solito siparietto, la fiamma guizzò bruciando il tabacco, una profonda aspirata prima di emettere una nuvoletta grigia nell'aria.

    Una birra.

    Il barista fece un cenno di assenso con la testa girandosi per prepararla.


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    Edited by Kitiara Uth Matar - 5/7/2020, 00:43
     
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    Erano passate settimane dalla grande invasione degli estranei ed il popolo Atlantideo era particolarmente gioioso in quel periodo, poichè la caduta dei "mostri" era stata la miglior notizia che il regno potesse avere, inoltre, le mosse politiche e sociali che la nuova reggente ed il generale dei generali avevano vagliato e fatto ormai divenire legge, avevano portato ad un inasprimento dei controlli, l'esercito di Atlantide era perennemente presente sul territorio, con numerose ronde e controlli che spaziavano dalle 7 colonne al centro cittadino, non lasciando mai zone vuote o prive di controlli.

    I neocavalieri e i soldati erano fianco a fianco, Otrèn aveva imposto tale dogma per permettere a chi non era munito di stellare essenza, di aver al proprio fianco persone capaci di proteggerli e chi doveva aspirare al ruolo e grado di cavaliere, iniziare ad abituarsi a proteggere la popolazione e sentire fin da subito il peso della giustizia, gravante sulle proprie spalle, anche se non forte ne pressante come invece un vero cavaliere doveva sentire.

    Quel giorno le cose andavano tranquillamente, Otrèn stesso non necessitava della propria Scale, attendente alla colonna dell'oceano antartico, inviando continui impulsi alla colonna ed al proprio padrone, la ronda per il centro cittadino si era già mossa, le colonne erano presidiate come al solito e un altra ronda stava giungendo all'entrata ovest del regno, per monitorare entrate ed uscite delle persone o dei pochi cavalieri minori che si erano fatti valere negli addestramenti.

    Era normale che Otrèn volesse e dovesse prendersi una pausa, ma di certo non poteva divertirsi come un tempo, Atlantide era il suo fardello adesso e come tale andava sempre controllato, maneggiato con cura e sopratutto mai dimenticato, poichè i nemici sono ed erano sicuramente in agguato, quindi il pensiero e gli occhi del generale andarono verso la zona dove c'era la seconda entrata di Atlantide: la zona artica.

    ..Speriamo di non incorrere in problemi.. essere ligio al dovere, non che la Scale fosse distante, ma era da tanto che Otrèn non aveva del tempo per se, ma sfruttando la propria velocità giunse in quartiere in pochissimo tempo, iniziando quella che era e sarebbe stata una ronda di poco conto, rallentata tra l'altro dal continuo ammassarsi di persone, che caoticamente giungevano dal generale, ringraziandolo per i propri meriti militari e per aver salvato Atlantide.

    ..Sono io a dove ringraziare voi, ci siete vicini nonostante gli errori del passato.. il rosso acceso del volto era un chiaro sintomo della sua immensa vergogna, non era abituato ad avere complimenti, arrossiva facilmente ed era un cavaliere come tutti gli altri ho solo fatto il mio dovere, gente..continuava, dovendo per forza di cose rispondere a varie domande, finchè, giunto dinanzi ad un bellissimo locale, a lui sconosciuto, la parte nordica si fece sentire e l'arsura prese la gola, che necessitava di qualcosa da bere.

    Non molte falcate ed era già dinanzi al bancone, capelli raccolti con una fascia e canotta nera, pantaloni in tela e color blu jeans, mani dietro la schiena e sorriso verso l'oste, il quale lo riconobbe immediatamente, offrendo il primo giro al giovane cavaliere e generale ..ma no, non deve signore.. nuovamente rosso, ormai un vero e proprio pomodoro, sedendosi sullo sgabello in attesa che l'ordine fosse portato a termine dal proprietario, mentre gli occhi controllarono la sala, spalle e schiena poggiate al bancone, nella testa tantissimi pensieri.

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    Edited by Viseryon - 5/7/2020, 10:28
     
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    La porta del locale si spalancò facendo convergere gli sguardi dei soldati non in servizio ad osservare il nuovo venuto avvicinarsi al bancone.

    L’osservazione silenziosa mutò in un sommesso ma continuo brusio tra i presenti che avevano riconosciuto l'uomo come il Generale Otrèn, poche parole emergevano occasionalmente più nitide delle altre dalle varie conversazioni: generale … sopravvissuto … straniero…

    Le voci si zittirono per ascoltare quando Torhion si rivolse al generale, riconoscendolo e offrendogli da bere in segno di riconoscenza per il ruolo ricoperto nella guerra appena passata.

    L'oste si affrettò a riempire un grande boccale di una birra scura importata dalla superficie, bevanda che custodiva gelosamente in attesa di grandi occasioni in cui assaporarla, grandi occasioni che si presentavano per la prima volta li in presenza del Generale.

    Lucidò con cura la superficie esterna del boccale e lo pose di fronte all'uomo appena entrato.

    Generale non sa quale onore sia averla qui alla Medusa Danzante, lei è un eroe. Noi cittadini non possiamo che ringraziare tutti voi soldati di Atlantide – la voce dell'uomo divenne più alta permettendo a tutti gli uomini presenti di sentire – per averci protetto.

    Se non fosse stato per voi il conto dei nostri amici e famigliari morti sarebbe amaramente più alto.

    Peyton fece un paio di tiri avvolgendosi in una nebbiolina di nicotina che si disperse in breve, poi si alzò camminando con tranquillità verso il bancone, alcune delle riprese conversazioni degli avventori divennero più chiare

    … l'unico a rimanere in vita è uno straniero…

    … cosa faceva durante la battaglia …

    La donna si disinteressò dei pezzi di frase che solo lei era riuscita ad afferrare, sapeva che erano frutto del malumore dei soldati dovuto agli orrori che il conflitto aveva fatto loro vivere; arrivando al banco non troppo distante dal generale dei Mari impegnato a conversare con l’oste. Senza proferire parola Peyton si sporse portando quasi tutto il corpo oltre il bancone, allungando una mano verso la parte di fronte per afferrare un bicchiere di vetro. Riuscita a fatica nell'operazione cercò di piegarsi in una molto scomoda posizione per azionare la spina al fine di riempire il bicchiere appena recuperato.

    Ehi, ehi, che fai? Peyton!

    Torhion dovette interrompere la sua conversazione afferrando al volo il bicchiere in equilibrio precario.

    Senti, volevo da bere e dato che eri impegnato con il pezzo grosso qui – fece un cenno indicando Otrèn – ho pensato di non disturbarti e fare da sola

    Non mettere mano alla mia attrezzatura, ora servo anche te.

    La donna arretrò ritornando in posizione composta davanti al banco, alzando le mani dimostrando di voler desistere a continuare con il suo piano del servirsi da sola.

    Non si usano questi bicchieri per la birra, ma quelli la, lascia fare a me ok?

    L’uomo sciacquò velocemente sotto il getto del rubinetto il bicchiere afferrato da Peyton mentre prendeva un boccale riposto li adiacente. Le troppe azioni da svolgere combinate dalla fretta fecero scivolare il bicchiere che si frantumò in mille pezzi a terra.

    Maledizione! Guarda cosa mi hai fatto fare?

    Io? Torhion, non incolparti per il fatto che stai diventando vecchio e non riesci più lavorare come un tempo.

    Qualche risatina dalla sala, nonostante il padrone del locale fosse un civile era considerato dai soldati avventori uno di loro, soggetto come tutti a prese in giro da cameratismo.

    Torhion bofonchiò mentre sistemava il danno con scopa e paletta.

    Peyton sorrise divertita ai soliti modi burberi del padrone del locale a cui in fin dei conti voleva bene.

    In attesa della sua consumazione si girò verso Otrèn, lo squadrò da capo a piedi facendo un tiro profondo alla sigaretta.

    Un po lontano dal suo settore Generale. E a un orario un po strano per venire a fare turismo.

    Girò la testa verso il vecchio orologio a parete, un cimelio artistico della famiglia di Torhion composto da diverse conchiglie e coralli che segnava le 4 e 16.

    È in missione ufficiale?

    Non c'era vera curiosità nel tono della voce della donna, così come non palesava alcun interesse marcato nella presenza del generale, i suoi modi erano più quelli di chi dovendo attendere intraprendeva una conversazione senza reale motivo.


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    L'oste era intento a mescere la birra, un boccale di quelli che ad Asgard si usavano per bere l'acqua, visto che gli asgardiani utilizzavano per eventi speciali quelli che erano i boccali di un tempo, quasi di origine vichinga, ma ormai la terra del freddo era solo un lontano ricordo, mentre il brusio nella sala proseguiva e la mente di otrèn veniva bombardata dal continuo pensiero di come egli fosse giunto lì per pura ricerca di rilassamento, ma nient'altro.

    Occhi rivolti sulla sala, al suo fianco qualcuno si mosse, portando le proprie mani sulla spina ed iniziando a servirsi da solo, senza avere il permesso del barista, cosa che portò otren ad osservare meglio tale figura, una donna, se proprio quella poteva essere definita tale, la quale non mancò di apostrofare il giovane norreno come un pezzo grosso, il che portò il giovane a farsi ancora più rosso, pari alla tinta dei drappi del castello imperiale.

    ..Sono solo un generale, soldato.. in quelle parole non c'era il voler differenziare la propria classe con quella dell'altra, ma soltanto il voler far capire che, dietro grandi gesta e l'essere sopravvissuto, c'era una buona dose di fortuna e un pizzico di bravura, anche se i cavalieri caduti non ne avevano avuto.

    La persona al fianco di Otrèn riprese parola, distante dal proprio settore e sopratutto ad un orario non consono per permettere un eventuale ronda, ma Otrèn era pur sempre un generale, a differenza di Payton lui non aveva "orari", anzi la sua giornata era 4 ore di sonno e 20 di lavoro, inoltre era l'uno generale e quindi non poteva certamente controllare solo la sua colonna e la sua zona d'appartenenza, mentre la donna proseguì e terminò, incuriosita da un eventuale missione ufficiale.

    ..Payton se non ho capito male..aveva percepito il nome dal proprietario della bettola, che fosse cognome o nome non era importante, Otrèn era lì per puro caso, doveva dissetarsi e poi adempiere ai suoi doveri come tutti i soldati..sono distante dal mio settore, questo è certo ed hai ragione anche sull'ora...eppure, per la prima volta il giovane si fece serio e parve quasi far capire all'altra che non era intenzionato a sopportare l'insubordinazionema un generale non ha orari, a differenza dei soldati semplici..chiaramente uno sguardo dalla testa ai piedi sul quella donna, la quale era in borghese ma sicuramente non era un generale di alto rango..alcuni dei presenti erano sul campo di battaglia e qualche volto penso di averlo visto anche scappare, ma tu payton?perchè sei qui..una domanda classica, mai pensare che la giovane fosse delle divisioni artiche, opposte a Otrèn,ma che dentro di se avesse già il cosmo, purtroppo Otrèn controllava il suo, eppure lo stesso era ormai cosi formato da far percepire il gelo intorno a se, perfino toccando il boccale, la birra parve raffreddarsi in poco tempo, il cosmo ormai prossimo allo zero si era manifestato, mentre Otrèn ringraziò l'oste, poggiando sul bancone ciò che serviva per saldare il conto, il primo di una lunga serie, se la birra gli fosse piaciuta.

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    Il generale sembrava a disagio in quel locale, ma non perché lo considerasse una bettola, la Medusa Danzante non lo era ma non si poteva neppure definire un locale di classe, o un luogo non adatto qualcuno della sua carica, a Peyton sembrava più un imbarazzo personale.
    Il definirsi “solo un generale” alimentò l’idea che la donna si era fatta di quel comandante che infine le rispose direttamente facendo svanire l’imbarazzo provato fino a quel momento per le lusinghe e iniziando ad assumere un tono più in linea, secondo il parere della donna, a quello di un graduato di quel rango.
    Otrèn continuò a parlare iniziando a confermare il fatto di essere distante dal suo settore ad un orario non proprio comune asserendo poi di non avere orari al contrario dei soldati comuni essendo un generale.
    Aveva in pratica evitato di rispondere alla domanda della donna riguardo il suo essere in missione, con un giro di parole; ancora una volta il comportamento del generale la prese in contropiede, si sarebbe aspettata una risposta più secca, dal “non sono affari tuoi” al più formale “informazione riservata”, invece c’era qualcosa di particolare in quell’uomo. Dicevano fosse un forestiero. Non un atlantideo ritornato dal mondo esterno ma un vero nativo delle terre del nord, Asgard se non ricordava male, investito al grado di generale. Non che fosse un evento impossibile che un abitante della superficie divenisse servitore dell’Impero, ma ogni occasione era sempre un evento particolare, tanto che gli atlantidei nativi e tradizionalisti avevano sempre sospetti sugli esterni. E forse questa paranoia non aveva tutti i torti visto quanto accaduto con gli Estranei e il mortale danno che avevano provocato al cuore e all’orgoglio dell’impero.
    Peyton nonostante provenisse da una famiglia storicamente e orgogliosamente atlantidea non era tra i paranoici e aveva sempre apprezzato il confronto con il mondo esterno arrivando molte volte a preferirlo alla società e ai modi tradizionalisticamente ingessati di Atlantide.
    Fu la frase successiva del generale dei mari che non permise alla soldatessa di trattenersi nell’alzare un sopracciglio perplessa: l’affermare di aver riconosciuto alcuni dei volti presenti nel locale e di averli visti fuggire durante la terribile battaglia che aveva devastato l’Impero.
    La reazione dei soldati nel locale fu più forte di quella della donna e molte voci commentarono a tono più alto del consueto, in fondo erano soldati che avevano da poco visto morire amici e parenti e sentirsi, sebbene indirettamente, appellare come codardi sicuramente provocava sentimenti spiacevoli.
    La soldatessa cercò di assumere una espressione stoica mentre si schiariva con forza la gola, un po per attirare l’attenzione, un po per cercare di far desistere i suoi commilitoni da esprimere pareri personali a voce alta.

    Soldato Peyton Voltinia, custode della scale di Carcinus signore, sono fuori servizio dalle 4:00 fino alle 8:00 quando riprenderò il servizio di ronda cittadina

    Istintivamente si mise sull’attenti mentre si presentava ed esponeva i propri incarichi al suo superiore, probabilmente per abitudine personale e non per necessità vista domanda poco formale del generale.
    Peyton, perse la posa impostata mentre aggrottava la fronte riflettendo sulla domanda del generale.

    … se è quel che intendeva chiedendomi perché fossi qui … se la domanda ha un altro significato non so risponderle signore, - si avvicinò un sottobicchiere facendoci cadere la cenere con un colpetto del dito - non sono mai stata brava con le cose filosofiche.

    Non sentiva più le voci degli altri soldati, si sentiva tutti gli occhi addosso mentre aveva a che fare con il generale Otrèn.

    Finché stanno a vedere che cosa faccio io, forse non usciranno frasi inopportune troppo forte nei confronti del Generale da parte di soldati alticci e depressi.

    Il comportamento dell’uomo ancora una volta la spiazzarono mentre percepiva il di lui Cosmo risvegliarsi lievemente e nello stesso tempo una sensazione di gelo pervase l’aria.
    Il Cosmo della donna si risvegliò istintivamente per poi quietarsi una volta compreso che il motivo di tale evento era una banale volontà di raffreddare la bevanda che il nordico stava sorseggiando.

    Non se ne renderà conto veramente oppure voleva essere una intimidazione?

    Il barista arrivò accanto a lei servendole la sua birra e rifiutando i soldi del generale, sorridendogli ribadendo che si trattava di un omaggio, nonostante i modi gentili l’oste aveva in volto un velo di preoccupazione, forse aveva seguito la situazione oppure aveva avvertito il gelo emanato dal generale.

    Torhion, forse dovresti studiare di più le birre che tanto ami, la tua “gran riserva” sembra dover essere servita a qualche grado in meno.

    Sorrise la donna e alzò il boccale in segno di saluto ai due uomini che le erano accanto prima di ingerire un lungo sorso della bevanda chiara.
    Non smise mai di porre la sua attenzione ad Otrèn: quell’uomo era strano oltre che potente e temeva che i suoi comportamenti così particolari potessero portare a qualche situazione spiacevole.



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    Il boccale di birra divenne gelido ed in un paio di sorsi eccolo svanire nel corpo del graduato, il quale sospirante riprese i propri soldi, ma li poggiò piu avanti verso l'oste e sorridendo, come a voler stemperare quel momento, riformulò di nuovo l'ordine davvero molto buona, però un pò piu luppolata, visto il viaggio di ritorno..da Norreno amava i sapori forti, il maltato di quella alta fermentazione, al palato di un uomo nordico, appariva quasi priva di ogni traccia, non acqua sicuramente, ma non lontana da una di quelle birre analcoliche che le persone bevono nei bar, vicino agli aperitivi offerti dai locali.

    L'attenzione sulla donna, il clima era ormai stato rotto ed il carattere di Otrèn era qualcosa che ormai era temprato dal fare e da ciò che ad Asgard aveva passato, di conseguenza non fece caso al brusio che si era improvvisamente creato in quel locale, infondo l'insinuazione che li in mezzo ci fossero dei traditori era una cosa lecita, il plotone era veramente enorme rispetto a quello degli Atlantidei e salvarsi la vita era qualcosa che Otrèn aveva sempre considerato come vitale, non per la paura di morire, Thanatos è al fianco dei cavalieri da sempre, anche se con altre vestigia, Hel è stata vista in faccia dal giovane norreno, quindi la morte non gli fà paura.

    Sfruttando la sua telepatia e rifacendosi a ciò che i brusii stavano creando, il cavaliere e generale dei mari Antartici, provò a creare un legame con la donna, non era possibile leggerne i pensieri, ma era facile creare un "ponte" tra la mente del generale e quella della donna, la quale immediatamente si legò al discorso riguardante la motivazione centrale di quel fermarsi nella locanda dove ora si trovavano.

    Militare il modo di fare, che ovviamente Otrèn apprezzò, eppure la donna rivelò di aver intrapreso tale domanda ed aver risposto in modo classico, poichè la filosofia non era il suo pane quotidiano e ciò non potè far altro che far sorridere Otrèn, non divertito da lei, ma da quella genuina e classica risposta, mentre il ricordo del suo maestro e dei suoi insegnamenti, riecheggiava nella sua mente, rispondendo a colei che lo aveva interpellato e che ora si trovava quasi con le spalle al muro, forse convinta in un interrogatorio di un superiore.

    So bene che state facendo delle ronde, soldato Peyton.. lui ne ha istituite tante e conosce la tabella di marcia ogni ronda da 4 ore e con mezz'ora di spacco l'una dall'altra, cosi da far preparare il plotone successivo e permettere al precedente di fare rapporto..le regole le ricordava, erano le stesse che ad Asgard si usavano nella cittadella e forse per questo l'impronta militare doveva ricordare i tempi belli e combattivi dei norreni, forse per questo Otrèn si sentiva triste, al pensiero di coloro che per ore stavano in piedi al freddo, nella sua terra natia.

    Otrèn aveva imparato, da Asgard ad essere una persona distaccata, per questo percepì il cosmo di Payton sollevarsi, ma non mosse un dito, visto che il suo era stato solo un modo per rendere ancora più fredda la bevanda e Payton sembrava averlo capito, mentre sorridendo alla battuta della giovane Otrèn sfruttò la sua telepatia, avendo fatto passare abbastanza tempo per rendere ben saldo il legame con la donna.

    So perfettamente che gli stranieri non sono ben accetti ad Atlantide, ma per troppo tempo il popolo sotto i mari è rimasto chiuso in se stesso.. quelle parole sembravano arrivare chi sa da dove, era però Otrèn che proiettava nella testa dell'altra i suoi stessi pensieri ..amo la vostra civiltà e la vostra terra, se pur non sarà mai come la mia Asgard.. non era un segreto che, Otrèn Andvar fosse uno straniero, l'averlo sentito dalla sala intera aveva confermato tale tesi, per questo le parole successive di otrèn furono più dure, ma sempre proiettate nella mente della donna.

    Questa paura degli estranei deve finire, Payton..nessuno era intervenuto, mentre il boccale di birra arrivò e Otrèn iniziò a berlo, quasi non mostrando alcun segno di concentrazione nello sfruttare la sua capacità, ma ciò non lo fermò nel proseguire il discorso.

    Se i miei predecessori avessero lavorato su alleanze e chiesto aiuto, facendo cadere il muro della diffidenza, oggi Atlantide avrebbe con più nemici, ma anche piu alleati e probabilmente la guerra sarebbe stata vinta, salvando molte vite.. basta, Payton percepì il legame separarsi, quella voce sembrava ora assente, Otrèn al suo fianco, intento a guardare la sala ..sei pensierosa soldato Payton, qualcosa non va? la maschera continuava ad essere indossata, ma Payton non era pazza, o forse si?.

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    Il generale rispose in modo pacato e competente riguardo le ronde militari all’interno delle aree urbane, della loro composizione e delle loro funzioni, si vedeva che vi era un interesse ragionato dietro le affermazioni dell’asgardiano.
    Quel che spiazzò la donna e che le fece quasi andare di traverso quanto stava bevendo fu il sentire la voce di Otrèn nella sua testa. La sorpresa fu tale da non cogliere appieno l'inizio della comunicazione telepatica che l'uomo le stava trasmettendo

    Diamine, sapevo che i generali avevano poteri straordinari, ma non credevo potessero fare anche questo...

    L'utilizzo del cosmo per Peyton era molto più fisico e concreto: la aiutava a picchiare forte e a reggere meglio, non aveva mai cercato di sviluppare in altri modi “creativi” il suo dono. Dono era la parola adatta, il potere cosmico sgorgò in lei naturalmente nell'adolescenza e i suoi costanti addestramenti negli anni la aiutarono a controllarlo e implementarlo, i progressi furono eccezionali.

    Cavoli, che figura sto facendo! Il generale starà leggendo nei miei pensieri!

    Con un velo di vergogna scrutò nel volto dell'asgardiano in cerca di un segnale che l'uomo la stesse recependo, ma non ne trovò.

    Forse il generale è educato e non legge nella mente senza permesso, aspetta Peyton, non distrarti da cosa sta dicendo.

    La comunicazione mentale infatti stava proseguendo, toccando un argomento molto delicato e grave per Atlantide: la presenza di culture estranee nell'impero sottomarino.
    Per millenni l'impero non era nuova all'arrivo permanente di stranieri: aveva ricevuto esterni, uomini della superficie scelti dal destino e dal dio dei mari per essere i suoi soldati. La gente gli accoglieva per via del grande prestigio che i cavalieri godevano e anche perché erano considerati la reincarnazione di antichi eroi atlantidei. Per questo il popolo non li vedeva come stranieri, ma come figli dell'impero ritornati a casa per rendere grande e splendente come in passato.
    Quel che era accaduto ad Atlantide di recente aveva sconvolto tutto e il generale Otrèn per quanto fosse fedele alla causa era tanto famoso che il suo passato come cavaliere degli aesir divenne di dominio pubblico.
    Peyton aveva sentito diverse storie su quell'uomo: quelle di chi non aveva servito sotto di lui erano molto fantasiose e prive di fondamento; i soldati che avevano avuto l'onore di affiancarlo invece sembravano molto convinti delle capacità del loro comandante.
    La donna si guardò intorno una volta finito il messaggio del Generale e capì il motivo di quella comunicazione silenziosa, non erano certo argomenti da poter affrontare informalmente in un bar di soldati stanchi e ubriachi, si trattava di sicurezza nazionale in fin dei conti.
    La soldatessa si sentì onorata di quel trattamento di rispetto che le era stato riservato, Peyton era una persona semplice, ma non una stupida e il suo rimanere un “semplice soldato” era dettato dalla sua formazione e dalla sua crescita in una casa atlantidea dalle abitudini sempre fin troppo militari.

    Forse lei dovrebbe … ma mi sentirà?

    Il pensiero di cosa rispondere ad Otrèn si fermò nel dubbio che il messaggio non stesse arrivando, non percepì infatti reazioni nell'asgardiano.
    La donna provò a concentrarsi, richiamò il Cosmo in un modo molto lieve, quasi impercettibile, cercando di farlo “agganciare” all'energia cosmica del generale che stava usando come tramite per parlarle. Era una cosa che lei non aveva mai fatto quindi le servì qualche attimo per riuscire a modulare l'intensità e la frequenza della sua energia per fondersi con quella dell'altro.

    La gente ha paura generale.

    Forse era infine riuscita a collegarsi.

    I soldati hanno bisogno di certezze, di un esempio forte, autoritario senza la minima diffidenza a cui affidarsi completamente. I soldati nel panico non devono pensare devono solo obbedire.

    E credere

    Lo guardò dubbiosa, cercando di capire se i suoi pensieri gli fossero arrivati



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    La birra era ormai finita ed Otrèn parve quasi dare un paio di golate per far capire che quest'ultima era davvero di suo gradimento, ma non fece in tempo a donare all'oste il boccale, che questo divenne immediatamente pieno, portando il giovane generale a ridere, divertito dal modo di fare dell'enorme omaccione, il quale voleva in tutti i modi tenere il generale lì, forse perchè era una buona pubblicità per il locale, forse per carpirne nuove informazioni.

    Gli occhi andarono sulla soldatessa Payton, la quale sembrava concentrarsi in tutti i modi, pensare, riflettere sulle parole che il generale le aveva inviato con la propria psiche, eppure non parlò, neanche al sollecitare finale di otrèn, forse si doveva riprendere da quella batosta, forse era rimasta sconvolta dal fare di un graduato cosi diretto, ma anche strategico nello spostare il tutto verso una comunicazione non verbale, ma mentale e quindi difficile da percepire dagli altri.

    Ad un occhio attento, Payton sembrava quasi imbambolata, ma poi Otrèn capì cosa ella volesse fare, fù d'istinto che il legame comunicativo venne nuovamente allacciato, Payton percepì quasi Otrèn farsi strada nei suoi pensieri, non con irruenza ma come se la mente della donna fosse una foresta.

    Allenati di più soldatessa Payton, poichè la tua mente è acerba..ovviamente non vuole assolutamente sminuirla, ma ne ha percepito il cosmo, se pur flebilmente parlami apertamente e dimmi ciò che vuoi, non abbiamo un legame mentale, anche se spero che ne svilupperai uno in futuro

    Non era possibile formare e creare un "ponte" tra le due menti, perfino Otrèn si è trovato in difficoltà le prime volte ed ancora trova difficoltà, ma ora ha imparato a controllare e legarsi alla mente altrui, mentre con un braccio solleverebbe il nuovo boccale, riprendendo a bere la sua birra, osservando Peyton, sperando che ella capisca come la mente sia troppo acerba per lei.

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    Il generale continuava a sorseggiare la birra senza dare alcun segno di reazione al tentativo di comunicazione telepatico della donna, forse stava riflettendo sulle parole di lei, magari non le approvava e stava elaborando come risponderle, ma il silenzio tra loro due continuò a perdurare mentre invece le voci degli avventori erano diventate più forti fomentate dall’alcol e dall’abituarsi alla presenza del generale, ma Peyton era troppo concentrata sul suo tentativo di comunicazione non verbale per accorgersene.
    Iniziò a pensare di non essere riuscita ad inviare il messaggio, nonostante i grossi sforzi con i quali si era prodigata; stava per aprire bocca quando la voce mentale di Otrèn la raggiunse nuovamente confermandole di non essere riuscita nel suo intento.

    Maledizione! Sono proprio negata per queste diavolerie, accidenti a me quando ho voluto provarci.

    Si avvicinò di un passo verso l’uomo cercando parole meglio formulate da poter dire al suo generale, ma dal brusio concitato riuscì a sentire chiaramente il sergente Marsh, alticcio e con una smorfia schifata dipinta in volto.

    Non vi sembra sstrano che questo asgardiano qui diventa generale e poco dopo veniamo assaliti da quei dannati che sih sono infiltrati nelle nostre città?

    Marsh era un uomo duro, valoroso ma troppo abbarbicato sulle proprie convinzioni spesso semplicistiche dei fatti. Era anche un violento, i suoi metodi avevano allontanato tanti aspiranti soldati che non possedevano una adeguata tempra. Ciononostante aveva molti sostenitori tra i ranghi militari, non si poteva certo dire che fosse un uomo che non dava tutto se stesso per la causa.

    Peyton si era bloccata udite le parole del sergente alle quali diverse voci nel locale sembravano dare appoggio. L’attenzione del locale era stata tutta per il generale dal primo momento in cui era entrato e l’interazione della soldatessa con Otrèn aveva catturato l’attenzione di tutti i presenti, mentre il lungo silenzio che si era formato durante l’inutile tentativo di telepatia della donna aveva dato il tempo ai soldati di pensare e di muovere a sproposito le loro lingue troppo impregnate di alcool.
    Non sapeva come avrebbe reagito l’asgardiano, che tipo di uomo, che tipo di soldato fosse, ma temeva il peggio dal comportamento di alcuni suoi commilitoni troppo avventati.
    Una rissa, o una aperta esternazione di insubordinazione avrebbero solo minato il già debole morale degli uomini, quale che ne fosse l’esito: assecondare o mettere a tacere Marsh avrebbe portato comunque a del risentimento da parte di quel rancoroso sergente e di tutti coloro che lo appoggiavano come soldato e come uomo.
    Peyton d’istinto sbattè il boccale appoggiandolo sul banco, attirando così l’attenzione di tutti.

    Ci ho pensato bene e … mi ha dato della codarda prima generale?

    Sapeva che non era vero così come non aveva avuto bisogno di tutto quel tempo per riflettere su quella frase, la ragazza sicuramente non era un genio, ma neppure così stupida.

    E anche prima, con tutti quei discorsi del “sempre in servizio”, io dico che se è qui a bere vuol dire che non è in veste ufficiale.

    Stava andando a braccio e non era sicura fino in fondo di cosa stesse facendo e dove andare a parare, in ogni caso ottenne il risultato voluto: tutti gli uomini nella taverna avevano occhi e orecchie solo per il bancone.

    E non mi fa piacere avere qualcuno in questo bar che mi accusa di codardia, quindi o se ne va a bere da un’altra parte oppure possiamo sistemarla qui fuori solo io e lei.

    La stanza venne soffocata dai commenti degli avventori, chi stava dando della pazza alla Voltinia, chi era indignato dal suo atteggiamento insubordinato e altri ancora invece che la spalleggiavano.

    Oh diamine lo ho detto davvero? Peyton, Peyton, un conto è autominarsi ogni possibilità di carriera in ogni occasione, ma qui si rischia di essere malmenati o anche peggio da un Generale degli Abissi!

    Tipico di lei cercare di risolvere un incombente casino altrui mettendosi lei nei pasticci.




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    Erano intenti a parlare, a farsi i fatti loro, ma ovviamente qualche testa calda non volle stare al suo posto, infatti un tizio palesemente alticcio e con intento bellicoso ad Otrèn, espondendo chiaramente il proprio disappunto per la guerra e l'investitura che il giovane aveva ricevuto, ma la coincidenza voleva che Atlantide fosse attaccata dagli estranei quando Otrèn era divenuto generale e lì l'asgardiano osservò l'altro, alzandosi in piedi e sovrastandolo leggermente con la propria altezza.

    Gli invasori di cui parli e che sostieni siano arrivati con la mia investitura, furono già scoperti dal principe aegon tempo prima.. si, Otrèn odiava essere il capro espiatorio di qualcuno fù per questo che il padre degli abissi ha richiamato le persone degne di sorreggere sulle proprie spalle il peso di un intera nazione.. percepire intorno a se il cosmo non era difficile, ma l'unico realmente degno di nota era quello della soldatessa Payton, la quale poco prima voleva in tutti i modi far pace e capire cosa portasse il generale a fare determinate scelte e dire parole.

    Il norreno sospirò, osservando l'alticcio soldato ..se pensi che l'invasione sia opera di qualcuno, allora smetti di insinuare stupide teorie complottistiche, soldato.. era ovvio che Otrèn non centrasse minimamente con l'invasione degli estranei, era sul campo di battaglia contro Daegon e nella grande guerra e battaglia, in cui la regina aveva rispedito al mittenti i nemici, eppure c'era ancora del malcontento ..inoltre è facile puntare il dito verso chi è conosciuto, avendo combattuto sul campo da prima che tu ti allenassi, prima nella mia terra natia, contro cavalieri ed entità che al sol pensiero avresti paura anche di muoverti.. un attacco di Durlindana o di Agnis del Leone ed il povero Marsh sarebbe in preda al panico giunto qui ho visto generali battere in ritirata, il vostro principe partire e sacrificarsi contro le orde nemiche ed io a sorreggere la quarta colonna, non di mia appartenenza eppure ho combattuto e rimandato la sua caduta

    Un paio di passi, distanziandosi da Peyton e quasi andando fronte a fronte con Marsh e tu dov'eri soldato?.. la mano si alza, indicando l'intera sala, essere amati è utile, ma temuti è meglio, se pur oggi non sarebbe il giorno della punizione ..voi che supportate la teoria che un asgardiano vi abbia rubato il posto che pensate di avere di diritto, perchè non eravate in battaglia quasi un anno fa, quando Daegon provò a distruggere la quarta colonna, quando su di noi piombarono numerosi estranei un sorriso in faccia a Marsh, non vuole deriderlo, ma fargli capire che è la rabbia a farlo parlare.

    Come puoi giudicare me, Otrèn Andvar, che ho visto nel padre dei mari la luce che in terra mia non vedevo.. sospirando,sà che tali parole gli fanno male che ho visto cadere il vostro principe e ho difeso la cittadella dalle orde di Estranei infine si muove e torna al suo posto ..non sei nella posizione di creare teorie cavaliere, nessuno di voi lo è..ovviamente molti potranno ribellarsi, ma se il dio dei mari ha dato ad Otrèn il titolo di generale, perchè loro devono sminuirne il valore?.

    Ormai la frittata era fatta, alcuni si zittirono, altri si arrabbiarono con Marsh, altri lo supportarono, ma Payton fù l'unica voce tra tutte a rieccheggiare in quel casino, colpita dalle parole pregresse del generale, ma facendo un chiaro errore, sottolineare come il generale non sia persona gradita in quel pub, ciò avrebbe portato Otrèn a muovere i tacchi ed andar via, se la ragazza non avesse proseguito nel suo parlare, volendo in quelche modo mostrare di aver fegato e sfidare il biondo norreno.

    Testa verso il barista, poi eccolo voltarsi ..vai fuori e richiama la tua armatura, se ne hai una.. non vuole e non deve annichilirla, ma se gli uomini vogliono vedere le capacità del generale, allora così sia ..la birra era buonissima, ma purtroppo devo andare.. sentenzierebbe con fare calmo all'oste, per poi muoversi ed andare verso l'esterno del locale, portando il cosmo a vibrare e l'armatura a discendere su di lui, appena arrivato nello spiazzo antistante al locale.

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    Il generale rispose a tono alle illazioni altrui, per il parere personale di Peyton si contenne anche troppo: Marsh era stato molto pesante con le sue accuse, soprattutto se rivolte a un uomo che aveva combattuto e messo a rischio la sua vita per l’impero.
    L’attenzione ora però era tutta per lei e per il generale o meglio per lo scontro che sarebbe di li a poco avvenuto. I due sfidanti uscirono dalla locanda scortati da tutti gli avventori li presenti i quali non si sarebbero persi la scena per nulla al mondo.
    Alla donna venne quasi da sorridere quando nel marasma delle voci sentì qualcuno accettare scommesse sull’esito dello scontro.

    Che gente … non si smentisce mai!

    Otrèn si era fermato poco dopo l’entrata della Medusa Danzante, ma Peyton continuò a camminare imboccando una strada laterale, arrivando nello spiazzo dietro il locale utilizzato per il carico e scarico merci e li si fermò.
    Riteneva il luogo più adatto per lo scontro, prima di tutto era più ampio: coloro in grado di utilizzare il Cosmo potevano arrecare danno in aree ben più ampie di normali persone coinvolte in una rissa.
    In secondo luogo preferiva non combattere per strada, nonostante fossero quasi le cinque del mattino qualche passante civile avrebbe potuto vedere e non era sua intenzione dare preoccupazioni alla popolazione che in questo momento aveva solo bisogno di essere rassicurata. Lo spiazzo in cui si trovavano non aveva altre vie di transito e affacciava oltre che sulla taverna su un magazzino e su uno stabilimento produttivo entrambi attualmente sprovvisti di lavoratori.
    Mentre la piccola folla creava un anello intorno a loro la Voltinia si massaggiò le spalle una alla volta ed eseguì qualche passo sul posto per sgranchirsi, inclinò il collo facendolo scrocchiare due volte e richiamò il suo Cosmo in modo visibile nel quale comparve un totem metallico a forma di granchio il quale si scompose per adagiarsi animato da una forza invisibile sul corpo della soldatessa.
    L’armatura del Carcinus nonostante fosse una Scale atlantidea non era composta da scaglie metalliche sovrapposte le une sulle altre come la maggior parte delle altre armature abissali, fedele alla natura dell’essere che la rappresentava era composta da placche di diversa grandezza che coprivano il corpo senza però andare ad intralciare con la loro rigidezza le giunture del guerriero che la indossava.
    La maggior parte dei presenti conosceva Peyton, ci aveva parlato, interagito o anche andato in missione, ma di questi pochissimi avevano potuto dire di averla vista indossare la sua armatura, per questo rimasero stupiti. Sembrava quasi che la loro compagna d’armi fosse appena divenuta una persona differente da quella che conoscevano.
    La soldatessa si mise in posizione di combattimento: busto ruotato di tre quarti, piede sinistro avanti e guardia alzata, lo sguardo serio e fisso sull’Asgardiano.

    Io sono pronta Generale, quando vuole possiamo iniziare

    Aumentò la respirazione e molleggiò sulle gambe, il Cosmo fluiva in lei.

    Perché faccio sempre scelte di cui mi pento?


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    Payton, ormai antistante al locale, proseguì il suo cammino e Otrèn da bravo soldato la seguì, non volendo lasciarla sicuramente intenta a fare una brutta figura nel richiamarla, infondo il suo ragionamento era e sarebbe stato giusto, poichè gli animi erano caldi e come tali non si doveva mostrare alla popolazione una sorta di "rottura" nei ranghi, per questo, giunti dinanzi al retrobottega e ormai racchiusi tra vari commilitori, ora disposti a cerchio, il capitano e generale osservò l'altra richiamare la propria armatura.

    Veramente bella l'armatura della donna, ma Otrèn doveva combattere e quindi, da perfetto stratega modulò il proprio cosmo al meglio che potè, portando la mano destra a formare una piccola sfera, nera come la pece, visibilissima agli occhi dei presenti, mentre nell'arto sinistro ecco un'altra sfera, quest'ultima ben piu grande, ma sopratutto color ghiaccio, capace di emanare visibililmente ondate gelidi.

    Sappi che ti stai sacrificando per nulla, Payton.. direbbe con fare calmo, muovendo il proprio corpo e portando la rotazione del busto verso destra, sia per lanciare con piu forza la sfera nera, sia per schermare con il proprio corpo quella di sinistra, che grazie al cosmo verrebbe scissa in cinque piccolissime sfere, pesanti come piombo, ma composte dalla lega che Otrèn controllerebbe: il manganesio.

    <..Ancient..> richiamerebbe la tecnica, grazie al cosmo una leggera propulsione alla sfera di destra verrebbe impressa, portando la stessa a muoversi verso il nemico e giunta ormai a due metri dalla stessa, eccola deflagrare, portando un immediato buio intorno a payton e Otrèn, coprendo anche i 15 metri che avrebbe come epicentro il punto di deflagrazione.

    L'oscurità ora regnerebbero sovrane intorno a payton e Otrèn, ma il braccio sinistro invierebbe con nuovo impulso l'attacco reale, da quel muro nero e opprimente, visto il controllo delle tenebre, Payton potrebbe vedere cinque sfere muoversi, andando in direzione delle sue gambe, braccia ed al centro del busto, provando a colpire l'intera figura.

    Dall'altro lato, la tecnica andrebbe ad avverarsi <..Trap..> e solo ad un metro o poco più, il ghiaccio si libererebbe, l'involucro di Manganese esploderebbe a mo di bomba ed una tempesta di metallo e ghiaccio si riverserebbe sul corpo della giovane recluta, il tutto ben visibile da Otrèn, ancora immerso in quella coltre, che diradandosi permetterebbe di vedere ai due contendenti, ma non nel cerchio di commilitori, non ancora almeno.
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    Otrèn Andvar

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    Nome Tecnica:Ancient Trap
    ● Descrizione:Utilizzando il controllo sul metallo, Otrèn crea con il proprio cosmo 5 sfere di manganese, ampie 1 metro ciascuna, che verranno ricoperte di ghiaccio, assumendo la conformazione di proiettili che ruotando verranno lanciati in direzione del loro obiettivo, dirette verso la stessa zona o verso zone differenti. Giunte a destinazione, le sfere vanno a deflagrare, proiettando il ghiaccio e lo stesso manganese sul corpo del nemico, cosi da ustionarne le carni.



     
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    Era stato incredibilmente rapido. Si era girata per giungere allo spiazzo e non aveva notato che il generale era già protetto dalle scaglie dorate. Uno spettacolo veramente splendido da ammirare per un soldato.
    Le leggende narravano che il sommo Poseidone in persona ne era l’artefice legando l’essenza dei suoi servitori più devoti all’oro e all’oricalco. Il risultato era sorprendente Peyton, nonostante non fosse adiacente, riusciva a vedere la miriade di minuscole brillanti scaglie che componevano la difesa del Generale degli abissi: un’opera talmente accurata che sarebbe impossibile da riproporre anche dai migliori mastri armaioli mortali.
    Lo stato di stupore e ammirazione svanì in fretta, l’attacco di Otrèn venne anticipato da una singola frase in cui le dichiarava l’inutilità del sacrificio a cui si stava sottoponendo la donna.

    Ha capito …

    Una minuscola sfera di pura tenebra a poca distanza da lei “esplose” riempiendo l’area di impenetrabili tenebre rendendo impossibile per la soldatessa vedere alcunché.
    Il suo corpo si mosse autonomamente mentre gli insegnamenti tattici dell’addestramento militare le tornarono alla mente: <disorientare il nemico prima di colpire>.
    Scattò di lato buttandosi alla sua sinistra, ginocchio a terra e braccia rivolte verso l’ultima posizione nota dell’avversario; voleva offrire il minor profilo possibile alla mercé dell’offensiva nemica che non tardò a ad arrivare: una deflagrazione proveniente dalla sua destra la colpì, una pioggia di frammenti di metallo e ghiaccio la investirono facendola ondeggiare a causa dell’impatto nonostante la posizione difensiva appositamente adottata.
    Il bracciale, il cosciale e lo spallaccio destro non riuscirono a resistere all’impatto, frantumandosi nonostante la difesa cosmica emanata dalla donna, un dolore gelido e bruciante assalì il suo corpo dove l’armatura aveva ceduto oltre che al volto dove alcune schegge le avevano perforato la guancia.

    Non si fermò, non pensò, nonostante le ferite profonde, agì subito senza esitare alzandosi in piedi e correndo verso il nemico ora visibile, scagliando nella sua corda diversi fendenti con le braccia creando delle lame di Cosmo in direzione delle gambe del Generale d’Oro, lame ampie e grezze che si fecero strada squarciando il ciottolato nel terreno realizzando delle ampie spaccature rendendo di fatto il terreno poco stabile.
    Stabilità del terreno che Peyton decise di non saggiare coprendo gli ultimi metri che la separavano dall’avversario con un salto verso l’alto tentando di azzerare la distanza ed atterrargli addosso per colpirlo con una poderosa testata.

    I commilitoni non riuscirono a capire granché di quanto accadeva, le tenebre da poco svanite e la velocità di esecuzione dei colpi rendevano la scontro per normali soldati quasi impossibile da seguire.



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    Peyton Voltinia
    Energia: Rossa
    Riassunto: scatta di lato appena parte il buio e si rannicchia richiamando la sua difesa cosmica Shell a 360°(difesa), le esplosioni la investono su tutto il lato destro del corpo frantumando completamente la scale dove colpita e ferendola pesantemente a gamba, braccio e fianco destro. Grazie alla sua tempra (Robustezza Straordinaria) reagisce immediatamente utilizzando la tecnica Knock con una variante: dopo aver scagliato le lame cosmiche in direzione delle gambe mancandole per colpire il terreno rendendolo instabile e di difficile transito (Diversivo), salta cercando di arrivargli in corpo a corpo e dargli una testata con Forza Straordinaria (attacco).

    Shell
    Solida emanazione cosmica difensiva realizzabile a 360° oppure orientata verso una minaccia specifica. Ovviamente una barriera più piccola che difende meno aree del corpo sarà più resistente rispetto a una più ampia che deve difenderlo tutto.
    L’energia cosmica fa da seconda corazza e assieme all’armatura e alla resistenza di Peyton formano una difesa straordinaria

    Knock
    La guerriera emana a livello del terreno una serie di fitti raggi cosmici taglienti semisolidi principalmente cercando di coprire la zona dove si trova il suo avversario, sebbene a bassa potenzialità offensiva questa emanazione cosmica ha l’effetto di intralciare e rendere più difficile gli spostamenti del nemico mentre la guerriera compie il vero attacco consistente in una carica con tutto il proprio slancio del corpo portando a un possibile impatto fisico devastante dovuto alla sovrumana forza fisica della donna.
    Armatura: Scale Liv III indossata; spallaccio, cosciale e bracciale destri distrutti, incrinate placche pettorali e ventrali.
    Stato fisico: principio di congelamento e ferite profonde di perforazione su braccio e gamba destro, ferite di perforazione lievi su volto e fianco destro.

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    Colpita, dolorante, ma pronta a rilanciarsi in direzione di colui che è il nemico la cara Payton.
    Le sue movenze apparirebbero leggermente piu lente rispetto a quelle di Otrèn, il quale osserverebbe la preparazione nel braccio, una coltre di cosmo che si addensa intorno al braccio, poi ecco la mutazione dell'etereo potere in qualcosa di mortifero e l'aria venire sferzata piu volte, un sorriso dritto sul volto.
    Conosco questo attacco.. un tempo il giovane era cavaliere di Fafnir e si era basato su una capacità d'attacco a distanza ma anche corpo a corpo, infondo la lama era qualcosa che poteva offrire una maggior versatilità in base a come e cosa volesse fare e Payton dinanzi a se avrebbe quasi portato indietro la mente del giovane.

    I colpi giungerebbero verso le gambe, ma Otrèn sfrutterebbe la propria velocità per compiere un balzo all'indietro cosi da trovarsi i colpi falciforme a distanza e sopratutto privi di qualsiasi carni da dilaniare, eppure le movenze sarebbero eseguite con un tempismo perfetto, notando all'atterrare l'arrivo di Payton, alla sua massima velocità, pronta a colpire il corpo della giovane.

    Il pugno si muoverebbe e Otrèn distenderebbe la sua mano proprio in direzione della giovane cavaliere, la quale vorrebbe magari colpirlo, ma in poco tempo vedrà dinanzi a se frapporsi l'enorme scudo su cui va a raffigurarsi il tridente di poseidone, il quale si erge e si staglia come un muro, impattando sulla mano e pugno della giovane, facendole percepire il freddo metallo che Shun controlla.

    Una vibrazione sorda, come il batacchio che fa vibrare la campana, ma poi tutto si assesta ..mai toccare il manganese giovane cavaliere.. sentenzierebbe il generale, portando lo scudo a staccarsi dalla mano e rimanere quindi lì, dinanzi a Payton, facendo si da difesa, ma anche da muro per quello che Otrèn vorrebbe compiere, ovvero richiamare il cosmo e formare nella mano sinistra, libera, una sfera che si ghiaccerebbe in pochi attimi, divenendo cristallizzata quasi.

    ..Un ritorno alle origini, cavaliere minore.. un forte gelo si propagherebbe nell'aria, l'umidità della stessa parrebbe quasi divenire uno specchio, poi il tramutarsi grazie al cosmo di varie lance, tre per la precisione, le quali si formerebbero e verrebbero lanciate, mentre la mano destra dissolverebbe completamente il metallo, in un mix di attacco davvero incredibile, mostrando al liquefarsi le tre lame pronte a partire.

    Un gesto della mano, la sfera cristallizzata andrebbe a distruggersi e le lame partirebbero dritte verso direzioni diverse, il petto, la spalla sinistra ad il fianco destro, appuntite e sopratutto pronte a creare danni da congelamento, oltre che sanguinamento nel caso colpissero.

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    Otrèn Andvar

    CITAZIONE
    Nome Tecnica:Silver Scale [Manganese+Tenebra]
    ● Descrizione: Richiamando il metallo che egli controlla, Otrèn va a solidificare il manganese, portandolo in poco tempo ad aderire al palmo della mano e ad appiattirsi, quasi come se fosse un tutt'uno con l'arto. Sfruttando il proprio cosmo e le energie che il padre dei mari gli ha donato, egli amplia il metallo e aggiunge allo stesso la parte oscura del proprio cosmo, che si frappone tra il giovane cavaliere e l'attacco del nemico, andando a raffigurare sulla parte frontale il tridente dei mari.(puramente scenico). La composizione dello scudo permetterà di arrestare attacchi energetici di natura inferiore fisici ed elementali di tipo fuoco o luce.

    CITAZIONE
    Poseidon Lance [Zero Assoluto]
    ● Descrizione: Espandendo il proprio cosmo e lasciando che lo stesso utilizzi l'elemento del ghiaccio, Otrèn solidifica l'umidità presente nell'aria, plasmandola nelle forme di numerose lance, orbitando intorno al cavaliere, per poi essere lanciate in direzione del proprio avversario con un gesto della mano, muovendo le dita o un semplice cenno. Le stesse potranno partire tutte insieme, o separatamente, bersagliando vari punti del nemico, cosi da limitarne le vie d'uscita o aggravarne le ferite. Grazie ad una forma affusolata e alle punte sagomate, le lance presenteranno una buona capacità di perforazione, inoltre, le ferite inferte potranno presentare danni da abrasione, causate dal freddo.



     
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